"Finalmente ai Segretari Comunali e Provinciali è stato riconosciuto lo status dirigenziale! Ai nostri Governi, tecnici o politici che siano, gli elementari principi del Diritto vengono spesso fatti comprendere solo con decisioni giurisprudenziali: è la barbarie del Diritto!
Che non si possano cancellare Istituzioni aventi dignità costituzionale con Decreto Legge, che non sia possibile imporre un prelievo forzoso sugli stipendi in dispregio di elementari principi costituzionali, che un soggetto che svolge funzioni di indirizzo e coordinamento dell’attività di altri Dirigenti non possa che essere anch'egli del ruolo dirigenziale, sembrano essere concetti di lapalissiana evidenza, ancor prima di doverosa coerenza normativa, cose ovvie per qualsiasi neofita del Diritto, eppure bisogna combattere per ottenere quanto è doveroso che sia.
Nonostante tutto ciò, continua il disegno teso ad annichilire l’Istituzione Provincia, a prevedere cosiddetti contributi di solidarietà a carico dei pensionati, vero ammortizzatore sociale in un Paese ove è negato il futuro ai giovani, si persevera nell’attacco alla dirigenza pubblica puntando ad una dirigenza 'a progetto', chiaramente asservita al potere politico che la nomina con la sua 'divina investitura'.
Perseverare è diabolico….
La battaglia dei Segretari Comunali e Provinciali è la nostra battaglia per affermare la necessità che il nostro Paese si doti di una Pubblica Amministrazione gestita da dirigenti vincitori di concorso, professionalmente preparati, che devono rispondere a un dovere di lealtà solo nei confronti della Costituzione, delle leggi, del Popolo italiano e non del politico di turno che lo nomina su base meramente 'fiduciaria'".
È quanto ha dichiarato il Dott. Mario Sette, Segretario Generale della DIREL, commentando i contenuti della sentenza ottenuta dall’Unione di Segretari Comunali e Provinciali relativamente alla quale si unisce la lettera del suo Segretario Nazionale Dott. Alfredo Ricciardi, pubblicata sulla Gazzetta degli Enti Locali.
Di seguito diamo diffusione alla notizia apparsa sulla Gazzetta:
L’Unione, vincendo ancora contro l’Aran, ottiene una grande sentenza sull’inquadramento contrattuale: i segretari comunali e provinciali sono una figura dirigenziale
È giunta alla definitiva conclusione la importantissima vertenza fra Aran e Unione sull’inquadramento contrattuale dei segretari comunali e provinciali: il 17 ottobre è stata emessa la sentenza nel giudizio di merito promosso dall’Aran per negare all’Unione il diritto a negoziare il Contratto Collettivo Nazionale dei Segretari. E la sentenza è una completa vittoria dell’Unione, e non solo conferma l’ordinanza del Tribunale di Roma, in sede di reclamo, del 18.2.2011 emessa tra le stesse parti, ma la rafforza in modo clamoroso.
Riepiloghiamo brevemente la storia.
Come ricorderete, l’Unione fu esclusa dalle ultime trattative per il rinnovo del CCNL dall’Aran sul presupposto che il CCNL dei segretari non fosse altro che un Contratto applicativo del più generale Contratto dei dipendenti di livello. L’Aran cioè sosteneva che la categoria dei Segretari fosse assimilabile ai dipendenti di livello, e dovesse essere regolata in tale ambito, e pretendeva quindi di calcolare la rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali non sui segretari stessi, ma sulle centinaia di migliaia di dipendenti dei livelli delle regioni ed enti locali.
L’Unione comprese subito che questa posizione non era solo un attacco all’Unione dei Segretari, ma un vero e proprio attacco a tutta la categoria, poiché assimilava i segretari a una semplice categoria di dipendenti, e non ad una categoria dirigenziale. Tutte le storiche funzioni del segretario comunale e provinciale, la sovrintendenza ed il coordinamento dei dirigenti, la sua posizione di vertice dell’organizzazione, le stesse previsioni di inquadramento dirigenziale in caso di mobilità, insomma la dignità dirigenziale della nostra figura rischiava di essere travolta. Una tale ricostruzione avrebbe aperto le strade ad un declino totale della figura, del rango stesso del segretario comunale e provinciale.
L’Unione disse subito a tutta la categoria che la battaglia contro questa posizione doveva essere perseguita in ogni sede, con ogni forza possibile, e chiamò a raccolta l’intera categoria, che rispose in modo meraviglioso, con una grande manifestazione a Roma che raccolse centinaia di segretari provenienti da tutta Italia. L’Aran rimase sorda e aggrappata alla propria posizione, e non la modificò, così che l’Unione dovette perseguire la strada della giustizia ordinaria, ricorrendo contro l’illegittima esclusione, e vinse il giudizio cautelare in sede di reclamo, con la famosa ordinanza del Tribunale che dichiarò l’illegittimità della condotta dell’ARAN ed il diritto dell’UNSCP a parteci pare alle trattative.
L’Unione sottoscrisse quindi il Contratto (in particolare il CCNL 2008/2009) sul presupposto che tutte le parti, Aran e le altre OO.SS., si fossero persuase della correttezza della partecipazione dell’Unione alle trattative e, soprattutto, della piena assimilazione dei segretari alla dirigenza, testimoniata dalla dichiarazione congiunta, firmata oltre che dall’Unione e dalle altre OO.SS., appunto dalla stessa Aran, di impegno a inserire il Contratto dei segretari nell’Area della Dirigenza. Con somma sorpresa tuttavia, mesi dopo, l’Aran decise di impugnare l’ordinanza del Tribunale, e promosse il giudizio di merito per negare nuovamente all’Unione il diritto di negoziare il CCNL, ma soprattutto per ribadire che i segretari sono né più e né meno che una speciale categoria di dipendenti senza alcuna valenza dirigenziale.
Ebbene, la sentenza sul giudizio di merito è appena uscita, ed è una vittoria ancora più netta, non solo dell’Unione, ma di tutta la categoria:
la sentenza afferma in modo chiaro, inequivocabile, esplicito, e perfino più volte ripetuto,
che i Segretari sono una autonoma figura professionale del tutto equiparata e assimilata alla dirigenza!!!
Ne discende che è manifestamente illegittimo regolarne il contratto nell’ambito del personale dei livelli, mentre al contrario “sussiste un’Area dei segretari comunali e provinciali autonoma e pur assimilabile a quella dei dirigenti”.
È una vittoria non solo dell’Unione, lo ripetiamo, ma di tutta la categoria. A chiunque sosteneva ai tempi che l’Unione stava solo difendendo se stessa, che non era in gioco la dignità e soprattutto l’inquadramento contrattuale di tutta la categoria ma solo l’interesse dell’Unscp, diciamo di leggere la sentenza: la questione era tutta lì, la questione era solo quella, l’essere o meno i Segretari una figura assimilabile ai dipendenti dei livelli o invece no, una figura, seppure autonoma, del tutto assimilabile ai dirigenti, e non a caso la sentenza parte dalla citazione della funzione di sovrintendenza ai dirigenti. Ma tutta la sentenza è centrata su questo.
L’Unione non ha difeso se stessa, l’Unione ha difeso i Segretari.
E oggi con soddisfazione diciamo che non ha vinto solo l’Unione, perché tramite il proprio storico sindacato, l’unico veramente composto da soli Segretari, hanno vinto i tutti Segretari, ha vinto tutta la categoria.
Da domani l’Unione si attiverà perché siano conseguiti tutti gli effetti pratici di questa sentenza. Per oggi, e per il futuro, riaffermiamo l’orgoglio di essere quello che siamo sempre stati: una grande categoria, una specifica, autonoma e storica figura, ma che fa parte di una sola grande famiglia, quella dei dirigenti pubblici!
Il Segretario NazionaleAlfredo Ricciardi